In sospeso

Il profumo d’autunno. Uno s’aspetta la pioggia nel Pineto, perlomeno nel bosco. Invece è il sole che scalda la pietra fredda di notte
È l’odore del fritto che si moltiplica nei baracchini, non quello delle castagne.
È il calice abbandonato s’è bianco per freddo, s’è rosso per caldo.
È la nota che cambia ottava.
Il profumo d’autunno è la scarpa ridotta in brandelli, il pantalone che si fa lungo, il sudore dietro il ginocchio.
Il profumo d’autunno è la maglia a mezzamanica, mezza colorata, mezza indossata. È il profumo del vino rosso ma non brulé; del pane fatto in casa “che non c’ho voglia di uscire”.
Il profumo di autunno sono le lenzuola che diventano piumini, poi tornano lenzuola. E le serie iniziate prima che arrivasse il sole e mollate in sospeso fino all’inverno.
I profumi d’autunno sono le cene al sushi, i progetti per le vacanze, i ricordi del mare. È la decisione di prendere un cane e chiamarlo Buddy, sono gli armadi pieni, troppo pieni per far spazio a un’altra persona. Il profumo d’autunno è la scelta di non bere e trovarsi con un whiskey tra le mani, è l’odore di torba e quello dell’acqua per lavare via la colpa. È il legno caldo del bancone del bar, il profumo del prodotto per pulirlo dall’appiccicume che si è prodotto alla prima tronca di qualcuno. È il ragazzo americano che alla prima visita a venezia va per muri. È l’acqua alta che t’invade, sono le scarpe buttate via, sono le sirene che ancora ti sorprendono.
L’odore di autunno è l’odore della vita che deve avanzare anche quando sembra impossibile raggiungere un punto più alto e, forse proprio perché dopo sembra esserci un dirupo, vedere quella strada scendere morbida …

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