La più umana

Ci ho provato a essere umana. Ho provato ad amare, a voler bene, ad avere paura. Mi sono interessata della vita degli altri, ho meditato, ho lasciato andare. Ho pianto, perso, ritrovato. Ho sorriso a un bambino, ho dato al prossimo e dal prossimo ho preso. Ho letto, ho scritto, ho detto e girato gli occhi al soffitto. Ne ho fatte tante e tante ne ho subite. Ma questa angoscia non passa. Subdola scorre sotto il vestito che mi ricopre l’anima. Quando esce da me, si palesa, si scopre. Faccio un passo e mi ferma.

Non lo puoi fare, non ne sei in grado, ricordi? Non sei umana. Sei un guscio vuoto di ricordi, di sentimenti, di pensieri. Sei solo ciò che sta all’esterno di te, sei musica senza pause. Rumore costante.
Così la spingo con forza. KO. Ride. Ride di me, sguaiatamente.
Cosa pensi di fare?

Tu sei la mia rovina. Tu vuoi che io creda di non essere umana, di non essere capace a diventarlo. Vuoi che pensi di essere un Pinocchio prima di diventare bambino. Ma adesso basta. Mi hai stufata.
Le salto sopra a due piedi. La anniento. La schiaccio alla terra.
Torna dagli inferi da cui sei venuta.
E più mi arrabbio e più ride. Più ride, più avvampo d’ira.

Vuoi mettere a tacere l’unica cosa umana che resta di te? Io sono l’angoscia, sono il dubbio. Nulla è più umano di me.
Allora la vedo per la prima volta con occhi nuovi. È lei, è me. È l’amore della mia vita. È la mia creatura. L’abbraccio.
Mi avvolge.

Almeno per oggi, sono umana davvero.

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