Finalmente Terra

Mi sento a metà tra il fondo del mare e la superficie. Non respiro, i polmoni bruciano e le narici subiscono la tentazione. Il cervello mi dice che se voglio ossigeno ce n’è in quantità nell’acqua, dovrei prendere quello. Ma non posso, non sono stata creata per questo. Una voce nella mente mi dice che devo provare, che tutto si può fare. So che mente. È rozza, rauca, rovinata. Un battito, lo sento. Devo uscire di qui. Allora provo con tutte le mie forze, mi muovo, scalpito, vorrei urlare. Ho consumato tutta l’aria che avevo in questi pochi movimenti. Mi sento le vertigini addosso. Non tocco la terra, ma non precipito, sento la brezza marina sui capelli, ma non riesco a riemergere. Sono sola, neanche un pesce a farmi compagnia. Pure loro stanno meglio di me e non vogliono rovinarsi la giornata vedendo la morte arrivare. Penso che forse anche loro provano pietà. Ci vogliono anni, decenni, millenni; sono coperta di alghe e sabbia, e il sale dell’acqua ha levigato le mie cime puntute. Finalmente emergo. Non ho nulla, non un animale da compagnia, non un essere umano; non ho nulla con cui nutrirli, ma so che finalmente sono terra e, oggi, posso ripartire da me.

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