Lascio correre.
Sento dire:
“Per passare il tempo”, non ti preoccupare che il tempo passa comunque che tu lo faccia passare o meno. Va avanti, ti supera, con una spallata ti spinge da parte; sabbia sul tuo viso.
“Non perdere tempo”. Non puoi perdere quello che non possiedi. Lui la strada la conosce. Sei tu che ti perdi, semmai. Ti perdi dentro di lui.
“Il tempo fugge”. E dove vuoi che vada? Fuori di lui non c’è nulla. È in sé, per sé. Lui. Tu, invece, scappi; come se potessi evitarlo. Corri all’impazzata cercando di stare un passo avanti. Ma è ovunque. Ti circonda. Quando sei in una stanza buia e vuota, lo ritrovi che esce da te.
Alla fine, non devi far altro che abbracciarlo per vivere nell’eternità di cui è fatto. È il tutto. È un sistema che si muove. L’unico modo per non lasciarlo è aggrappartici come fosse l’ultima scotta caduta di poppa.
Tu in quel mare agitato la prendi e lasci che le onde ti si infrangano addosso.
Senti l’acqua assalirti quando ti opponi; se resisti perdi il fiato, affoghi. Non nuotare. In un senso o nell’altro, non ne trarrai alcun risultato.
Allora, immergiti in questo tempo e lascia che scorra sulla tua pelle.
Il finale mi piace . L”analisi del tempo mi sembra giusta. Brava
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